Il tesoro di Teschio d’Argento – Undicesima tappa – 5

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Guardai Polly, che dall’inizio del combattimento non aveva mai abbandonato la mia spalla. Prima che potessi proferire parola, il pappagallo spiccò il volo e planò a grande velocità verso il capitano.

“Cra… cra… Polly colpisce nemico!”

Cortez provò a prenderlo al volo con la sua lama, ma il pennuto lo evitò con una rapida sferzata. Dopodiché protese gli artigli in avanti e si avventò sugli occhi del pirata, graffiandoglieli senza pietà.

Sangre Roja lasciò la spada e si passò le mani davanti ai bulbi oculari, nel duplice tentativo di scacciare il pappagallo e di tamponarsi gli occhi, che stavano iniziando a sanguinare copiosamente. “Aaaaaah!!! Ancora tu!”, urlò, contorcendosi dal dolore.

“Ragazzo, ce l’ho fatta!”

Dente Spezzato era riuscito a liberare la scialuppa e la stava avvicinando allo scivolo. Dall’interno della nave iniziavano a provenire rumori di passi e grida di battaglia. Il resto della ciurma stava arrivando.

Aiutai il mio compagno a spingere la barca in mare e dopo pochi secondi io, Dente Spezzato e Polly eravamo a bordo, pagaiando a tutta velocità verso la salvezza. Prima che il banco di nebbia ci avvolgesse completamente, celandoci alla vista dei pirati nemici, vidi Sangre Roja in ginocchio, disperato, accecato dalla maschera di sangue che gli sgorgava dagli occhi. Esattamente come sedici anni prima, sulla nave di Teschio d’Argento.

Ce l’avevamo fatta. Eravamo salvi.


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