Pittore, scultore, scienziato, architetto, ingegnere e molto altro. Leonardo da Vinci, di cui si è celebrato il 500° anniversario della morte il 2 Maggio 2019, è stato sicuramente uno dei personaggi di intelletto più grandi che la storia dell’umanità ricordi. Tuttavia non molti sanno che oltre ai suoi grandi contributi nei vari campi delle scienze e delle arti, la produzione del genio vinciano comprendeva anche una vasta raccolta di enigmi, indovinelli e giochi vari, creati per il diletto dei signori alle cui corti era solito servire, in particolare quella di Ludovico il Moro a Milano.
Iniziamo quindi ad esplorare il corpus enigmistico di Leonardo (necessariamente in forma ridotta, vista l’ampiezza), partendo dai giochi più semplici e conosciuti di sempre: gli indovinelli.
Gli indovinelli leonardeschi
Si contraddistinguono per l’arguzia ma anche per la “salacia” della soluzione. Ricordiamo infatti che tali quesiti venivano recitati di fronte a potenti e cortigiani per intrattenerli, quindi il loro scopo era quello di far scaturire le risa oltre che mettere alla prova l’ingegno. Di seguito ne riportiamo alcuni, nella vecchia versione cinquecentesca:
Que’ che si imboccheranno per l’altrui mani fia lor tolto il cibo di bocca
Il forno
Quando li omini batteranno aspramente chi fia causa della lor vita?
Quando si trebbia il grano
Quando li omini gitteranno via le propie vettovaglie?
Quando c’è la semina
Il vento passato per le pelli delli animali farà saltare li omini
Cioè la piva che fa ballare
A Leonardo è anche attribuito l’adattamento fiorentino di un celebre indovinello di origine greca (pare che fosse stato posto addirittura a Omero da figli di alcuni pescatori), che così recita:
E saran molti cacciatori d’animali, che quanto piu’ ne piglieranno manco n’aranno; e cosi’ de converso, piu’ n’aran, quanto men ne piglieranno
La soluzione dell’enigma altro non è che i pidocchi, fra i pochi animali che vengono catturati con lo scopo unico di disfarsene.
Rebus
Leonardo è celebre per la sua scrittura invertita, da destra a sinistra. Tale inversione non riguardava soltanto i suoi appunti ma anche i suoi rebus, celebri per essere fra i primi prototipi di questo genere di giochi nella storia. Come nell’enigmistica tradizionale, infatti, anche i “Lionardeschi” mettevano in comunione lettere e immagini (ovviamente disegnati da lui stesso) per creare un significato completamente nuovo.
Fra i più famosi c’è certamente il rebus creato come uno spartito, in cui l’unione fra le note musicali e stringhe grafemiche formano la romantica soluzione l’amo-re-mi-fa-sol-la-zzare.
O anche il tanto semplice quanto arguto monoverbo (costituito da una parola sola) A-nell’-O, in cui si vede appunto una A incastonata nell’altra vocale.
Oggi tutti i rebus del genio toscano sono conservati alla Royal Library di Windsor, nel Regno Unito. Sono 171, raccolti in più papiri di varia lunghezza.
È trascorso mezzo millennio dalla morte di Leonardo da Vinci ma il suo genio continua ancora oggi a riservare incredibili sorprese. Se vuoi saperne di più su Rebus ed enigmi di questo poliedrico personaggio, ti consigliamo di visitare l’apposita pagina del sito in italiano a lui dedicato qui.
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